José Saramago

Pues eso, para hablar de un autor en general.

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lucia
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Re: José Saramago

Mensaje por lucia »

Os copio el artículo entero en italiano.
È morto José Saramago
L'onnipotenza (presunta) del narratore

di Claudio Toscani

"Quello di cui la morte non potrà mai essere accusata è di aver dimenticato a tempo indeterminato nel mondo qualche vecchio, solo per invecchiare sempre di più, senza alcun merito o altro motivo visibile".
Sia pure scomparso alla rispettabile età di 87 anni, di José Saramago non si potrà dire che il destino l'abbia tenuto in vita a tutti i costi, vedi la frase succitata, tolta dal romanzo Tutti i nomi, uscito in quel 1998 che lo vide provocatorio Nobel della letteratura.
"Saramago", cognome aggiunto all'anagrafico José Sousa, era nato nel 1922 ad Azinhaga in Portogallo, da una famiglia di contadini e braccianti. Trasferitosi a Lisbona nel 1924, qui aveva compiuto i suoi studi fino al diploma di tecnico meccanico. Non particolarmente complessa né movimentata, la sua vita veniva registrando vari lavori, tra cui l'editoria; un matrimonio nel 1944; un primo romanzo nel 1947 (Terra di peccato, che disconoscerà in sede di bibliografia ufficiale); l'iscrizione al Partito comunista nel 1969 e una militanza politica clandestina sino al 1974, quando la cosiddetta "rivoluzione dei garofani" (contro la dittatura di Caetano), ristabilisce le libertà democratiche.
Cinquantacinque anni compiva Saramago al suo vero primo romanzo, Manuale di pittura e di calligrafia (1977), ma nel resto della sua vita recupererà il tempo andato imponendosi in decine e decine di opere che coerentemente convergono attorno a pochi cespiti conduttori: la Storia maiuscola in filigrana a quella del popolo; una struttura autoritaria totalmente sottomessa all'autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente; una tecnica dialogica in tutto debitrice all'oralità; un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l'impronta ideologica d'eterno marxista; un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione. E, infine, una strategica modalità, tematica ed espressiva a un tempo, impegnata a rendere quel che lui stesso ha definito la "profondità della superficie": qualcosa che allude sia a quel poco che conosciamo del tanto che rivendichiamo alla ragione, ma anche quel tanto che strappiamo alla realtà di quel poco che la ragione ci permette.
Chiamando a raccolta non molti ma primari maestri (da Kafka a Borges, da Eça de Queiros a Pessoa, da Antonio Vieira a Machado), Saramago diede da subito l'elenco degli artefici della sua formazione, collocandoli senza soluzione di continuità lungo un'onda di piena al cui estuario poneva la novecentesca inquietudine della letteratura, della storia, dell'arte, della politica e della religione, oltre che di se stesso.
E per quel che riguardava la religione, uncinata com'è stata sempre la sua mente da una destabilizzante banalizzazione del sacro e da un materialismo libertario che quanto più avanzava negli anni tanto più si radicalizzava, Saramago non si fece mai mancare il sostegno di uno sconfortante semplicismo teologico: se Dio è all'origine di tutto, Lui è la causa di ogni effetto e l'effetto di ogni causa.
Un populista estremistico come lui, che si era fatto carico del perché del male nel mondo, avrebbe dovuto anzitutto investire del problema tutte le storte strutture umane, da storico-politiche a socio-economiche, invece di saltare al per altro aborrito piano metafisico e incolpare, fin troppo comodamente e a parte ogni altra considerazione, un Dio in cui non aveva mai creduto, per via della Sua onnipotenza, della Sua onniscienza, della Sua onniveggenza. Prerogative, per così dire, che ben avrebbero potuto nascondere un mistero, oltre che la divina infinità delle risposte per l'umana totalità delle domande. Ma non per lui.
Giunto tardi al romanzo, si era rifatto, come s'è detto, con una serie di narrazioni. Dal 1980 in poi, nella bibliografia dell'opera di Saramago, si transita da Memoriale del Convento a L'anno della morte di Ricardo Reis (1984), che torna alla storia del Portogallo nel 1936; da La zattera di pietra (1986), avventura ecologica e demoniaca che immagina la deriva della Spagna dell'oceano tra magico quotidiano, metafora politica e nuove soluzioni atlantiche, a Storia dell'assedio di Lisbona (1989), libro in cui un revisore editoriale, inserendo una particella negativa (un "non") in un saggio storico, dà a Saramago il destro per giocare a falsificare l'evento, più per gioco che per convinta ideologia.
È il 1991 quando, inaugurando ciò che la critica ha chiamato il suo secondo tempo, lo scrittore pubblica Vangelo secondo Gesù, sfida alla memorie del cristianesimo di cui non si sa cosa salvare se, tra l'altro, Cristo è figlio di un Padre che imperturbato lo manda al sacrificio; che sembra intendersela con Satana più che con gli uomini; che sovrintende l'universo con potestà senza misericordia. E Cristo non sa nulla di Sé se non a un passo dalla croce; e Maria Gli è stata madre occasionale; e Lazzaro è lasciato nella tomba per non destinarlo a morte suppletiva.
Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo.
Il secondo tempo di Saramago si diversifica poi con Cecità (1995), affresco apocalittico che denuncia la notte dell'etica in cui siamo sprofondati. Poi in campo esistenziale, sia con Tutti i nomi (1997), altra apocalisse dal pessimismo assoluto sospesa su una indifferenziata comunità di morti e di vivi, sia con Il racconto dell'isola sconosciuta (1998), parabola sull'uguaglianza dell'uomo tra gli uomini. In campo intellettuale, prima con La caverna (2000), che tra Kafka, Huxley e Orwell, dispiega un allarme meno disperato del solito e addirittura aperto alla speranza; poi, con L'uomo duplicato (2003), dove colui che si scopre identico a una comparsa televisiva finisce per smarrirsi in un garbuglio fattuale, psichico e spirituale.
Avvicinandosi alla fine, Saramago ci ha lasciato un "testamentario" Saggio sulla lucidità (del 2004), critica al funzionamento, se non alla funzionalità, delle odierne democrazie, contro le quali l'autore auspica una schiacciante maggioranza di "schede bianche", la più invisa espressione di volontà politica per un potere che solo così dovrebbe deflagrare. Poi, un "giocoso" Don Giovanni o il dissoluto assolto (del 2005), ossia il ritratto di un onore sociale offeso, giacché al grande amatore non riesce, nel testo, ciò per cui è da sempre famoso.
Fertile, comunque, la discesa creativa degli anni appena precedenti la scomparsa: dall'itinerante carovana di Il viaggio dell'elefante (2009), pittoresco, umoristico e "peripatetico", all'inaccettabile Caino (2010), romanzo-saggio sull'ingiustizia di Dio, parodiante antilettura biblica, per non dire di altri titoli che andrebbero segnalati, a onor del vero, ma quasi sempre per polemica o pretesto.
Saramago è stato dunque un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all'ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo. Lucidamente autocollocatosi dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano, si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle "purghe", dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi.
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Si cedes una libertad por egoísmo, acabarás perdiéndolas todas.

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Daniel Duarte
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Re: José Saramago

Mensaje por Daniel Duarte »

Una profunda lástima.

La muerte, esta vez, no tuvo intermitencias. :cry:
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Aben Razín
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Re: José Saramago

Mensaje por Aben Razín »

lucia :60:

¡Muchas gracias por el artículo!... :lista: pero creo que Claudio Toscani no se ha enterado nada de lo que ¿ha leído? de José Saramago... :noooo:

¿Leyó? su obra con prejuicios y ha salido de ella sin juicios... :(

¡Qué lastima!... :?
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Mariano Estrada
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Re: José Saramago

Mensaje por Mariano Estrada »

http://paisajes.blogcindario.com/2010/0 ... tegro.html


Saramago: el hombre íntegro

Confieso que José Saramago, con quien he compartido y comparto muchas ideas y sentimientos, no ha sido para mí una referencia literaria, como en su día fue Fernando Pessoa. Es verdad que es autor de un libro generalmente aplaudido (y a pesar de ello excelente), llamado “La balsa de piedra”, por el que ya tendría derecho a un pequeño rincón en el Parnaso. En dicho libro relata un hipotético desgajamiento de la Península Ibérica del continente europeo y su consiguiente deslizamiento hacia el rojo de nuestra América del Sur, con el anecdótico peligro de llevarse por delante a las Azores. A partir de esa idea brillante, expone y desarrolla una metáfora sencilla, pero mágica y luminosa.

Luego vino una sucesión amplia de títulos, de los que yo sólo podría hablar de unos pocos, naturalmente. Por ejemplo: de “Todos los nombres” (1997), libro que leí con mucho gusto, o de “El Hombre Duplicado” (2003), que me pareció una especie de fraude. Tanto es así que ya no recuerdo nada de las peripecias de aquel profesor. Desde entonces, estuve mucho tiempo sin prestar atención a los libros de este portugués universal que, como consecuencia de la prohibición en su tierra de “El Evangelio según Jesucristo” (1991), -que le llevó en volandas a la fama-, había venido a residir en Lanzarote, donde ha estado hasta el fin de sus días acompañado por su mujer y donde ha tenido una prolífica vida literaria.

En 1998 recibió el espaldarazo del Nóbel de Literatura por su libro “Ensayo sobre la ceguera” (1995) y, a partir de ese momento, se desató en el mundo una gran parafernalia de admiraciones, adulaciones, manifestaciones públicas, apoyos ideológicos, rechazos viscerales, críticas acerbas y viperinas, así como toda suerte de entrevistas, conferencias, ensayos, artículos…(Un aspecto negativo del mayor premio literario del mundo, es que, a raíz de obtenerlo, el autor -y no me refiero a Saramago, sino a cualquiera- desplaza un tanto a su obra para convertirse en personaje de sus lectores y, en general, del mundo de la comunicación).

Pero más allá del ámbito estrictamente literario, del que, no obstante, él no se quería diferenciar, Saramago me ha parecido siempre un gran hombre, aunque este concepto suene mucho a tópico. ¿Por qué? Fundamentalmente, por la concordancia entre sus dichos y sus hechos. Es decir, por su integridad como persona. Y ello aunque estuviera equivocado en sus creencias, como algunos aventuran. Por cierto, los que eso dicen, ¿tienen la patente sobre la verdad? ¿Por qué saben que estaba equivocado? ¿Quién se atreve a asegurar que un hombre ha vivido o vive equivocado cuando no ha hecho otra cosa en la vida que ser fiel a sí mismo y a sus ideas? ¿No hacen otros igual, aunque sea en sentido contrario o divergente? Yo tiendo a creer que todos nos equivocamos a menudo y todos acertamos a veces, dependiendo de los casos y de las cosas y de las circunstancias. Nada más inhumano que la infalibilidad que le atribuyen al Obispo de Roma, cuando habla “ex cátedra”.

Desde estas breves líneas, y con motivo de su muerte, yo le quiero desear un buen viaje hacia lo inescrutable, donde sin duda se verá liberado del peso de ser alguien en este mundo nuestro, lleno de aciertos y de errores, de injusticias, de miserias y de belleza, que es donde realmente tiene asegurada la memoria por muchísimos años ¿Por toda la eternidad? Especialmente en España y Portugal, los países para los que él soñó una convergencia telúrica con el Sur, los países que tal vez un día debieran ser uno sólo.

Requiescat in pace.


La inexorable

Viene con lentitud,
casi con parsimonia,
pero, como ave de rapiña
que no suelta la presa,
va minando el impulso
de nuestra sangre, socavando
la firmeza del corazón
y restándole bríos
al indómito potro del espíritu.

Nadie la invita, ella sola
se mete por las grietas insondables
de la fontanería corporal
y, lentamente, va quemando astillas
del poblado almacén de las neuronas.

Y de la piel, que se resiente,
y de la carne, que se humilla,
y de todas aquellas ilusiones
de la ardorosa juventud
que, resignadas, buscan junto al fuego
un tranquilo rincón para dormir.

Del libro “Gotas de hielo”

Mariano Estrada www.mestrada.net Paisajes Literarios
Blog http://paisajes.blogcindario.com
Poemas recreados: http://groups.google.com/group/paisajes-literarios
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Runita
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Re: José Saramago

Mensaje por Runita »

En la web de RTVE han incluído un especial sobre Saramago, con fragmentos de entrevistas y otras cosas. Os dejo el enlace: http://www.rtve.es/noticias/jose-saramago-muere/ :wink:
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elPeregrinoGris
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Re: José Saramago

Mensaje por elPeregrinoGris »

Sobre este hombre me gustaría decir que su Ensayo sobre la Ceguera cambió mi forma de entender la literatura. Sin duda fue alguien único, irrepetible. Me he propuesto leer todo lo que pueda de él.
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sergio,
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Re: José Saramago

Mensaje por sergio, »

Me acabo de enterar de que Playboy le ha hecho un homenaje a Saramago...

Los editores portugueses de Playboy defienden su homenaje a Saramago
Defienden que pretendía ser un ensayo "único y original". En el reportaje aparece Jesucristo en compañía de distintas mujeres desnudas.

http://www.publico.es/internacional/327 ... o/homenaje
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Runita
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Re: José Saramago

Mensaje por Runita »

El ayuntamiento de Oporto se opone a que haya una calle con el nombre de Saramago

* Es debido a la oposición de los concejales de centro-derecha.
* Los socialistas han calificado esta negativa de "provinciana".
* De momento, el fallecido escritor portugués no tendrá calle.

La mayoría de los concejales (centro-derecha) del equipo de gobierno del Ayuntamiento de la ciudad de Oporto votaron en contra de una moción para poner el nombre del escritor José Saramago a una calle de la ciudad, reveló este sábado un concejal socialista.

El líder de la bancada socialista, Manuel Pizarro, calificó de "provinciana" esta actitud de los concejales de los partidos Social Demócrata (PSD, centro-derecha) y del democristiano Partido Popular (CDS-PP). El alcalde de Oporto (la segunda ciudad en importancia de Portugal), Rui Río, es vicepresidente del PSD.

Según Pizarro, este voto, que tuvo lugar el pasado día 13 pero que no se ha conocido hasta hoy, significa "una falta de respeto a las tradiciones liberales y tolerantes" de la ciudad. Saramago, Premio Nobel de Literatura 1998, se trasladó a residir a Lanzarote (España), por el veto de un gobierno del PSD, que se negó a la presentación al Premio Literario Europeo de su novela El Evangelio según Jesucristo (1991).

"Ofende a los católicos"

Esta obra fue la causa de una polémica sin precedentes en Portugal (que se considera una república laica), cuando el gobierno vetó su presentación al Premio, alegando que "ofende a los católicos".

Pizarro argumentó que "le guste o no a la mayoría de los ediles, Saramago es una de las figuras importantes de la vida cultural y literaria de Portugal". El líder del PS de Oporto apeló al alcalde, Rui Río, para que intervenga en este asunto, porque consideró que la decisión del equipo de gobierno municipal "no deja bien vista" a la ciudad. Pizarro recordó de que, cuando el PS presentó esta propuesta a la Asamblea Municipal, la misma fue aprobada por 42 votos a favor y 8 abstenciones.


Fuente: http://www.20minutos.es/noticia/774355/ ... le/oporto/
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vitracoria
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Re: José Saramago

Mensaje por vitracoria »

¿Y qué podemos decir? La estupidez humana no tiene límites y si encima está en manos de gente con poder, el resultado es este.
En fin, siempre lo he dicho, que mal le hacen la política y la religión a este mundo... :noooo: :noooo: :noooo:
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DARWIN
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Re: José Saramago

Mensaje por DARWIN »

La verdad es que la memoria a veces te hace ver las cosas de forma diferente, al acabar todos los nombres, o la caverna, o la balsa de piedra, o el evangelio.... me gustaron, pero ahora, visto a la lejanía, no los recomendaría, de hecho, el único que recomendaría de Saramago sería Ensayo sobre la Ceguera, el cual creo me resistiría una relectura.

Los últimos, el hombre duplicado, ensayo sobre la lucidez etc.. son libros de un novel cada vez más falto de ideas, que diferencia con la última obra de Delibes, su momento cumbre siento octogenario!!!
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AresMart
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Re: José Saramago

Mensaje por AresMart »

Para quién le interese, os dejo una entrevista de unos 20 minutos que le han hecho esta mañana en Tv3 a la viuda y traductora de José Saramago:

Pilar del Río, esposa de José Saramago: "He vivido con uno de los grandes maestros del siglo XX" - Entrevista en "Els matins" de Tv3

Mañana en Barcelona se presentará "José Saramago. El último cuaderno", un conjunto de textos que el autor había escrito en su blog y otros que tenía guardados.
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Berlín
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Re: José Saramago

Mensaje por Berlín »

Todos los nombres es una de las más hermosas historias de amor que yo he leído.
Excelente conversación entre él y el pastor cambiador de números de tumbas. Buen razonamiento de éste. Cuando alguien se suicida es porque no quiere ser encontrado, y qué mejor manera que cambiar el número.
Triste la estancia en el piso de la mujer buscada, entre sus ropas, estando con ella sin haber estado nunca. El sonido de su voz en el contestador, esa voz que ya no escuchará.
Ensayo sobre la ceguera me enseñó lo frágiles que somos las personas y a la vez que instinto tan elevado tenemos de supervivencia.
bueno, son dos grandes novelas. Pero también os recomiendo Ensayo sobre la lucidez, y El evangelio según Jesucristo.
Última edición por Berlín el 27 Feb 2011 23:43, editado 1 vez en total.
Si yo fuese febrero y ella luego el mes siguiente...
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Nicolas Corey
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Re: José Saramago

Mensaje por Nicolas Corey »

Comentar que Saramago era un genio, sería una obviedad para todo el mundo y no voy a ser tan ingenuo.Para mí, recoge las características del intelectual humilde, tan raro por otra parte : mezclar sentido del humor con temas profundamente humanos y redactado con un estilo personal e inimitable. Pocos escritores de novelas además de entretener enseñan. Nos dejaste un legado que no se puede pagar únicamente al comprar tus obras. Porque, ¿Cuánto vale identificarte con una situación por la que te sentiste mal, verla con otra perspectiva y reírte de ella? En la sociedad que nos ha tocado vivir, en la que impera la tiranía de las marcas, el logo "Saramago" muestra calidad. Gracias.
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sergio,
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Re: José Saramago

Mensaje por sergio, »

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Aben Razín
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Re: José Saramago

Mensaje por Aben Razín »

sergio, escribió:¡Qué gran noticia! :D

La Casa de Saramago se abre al público
Aunque la noticia es buena, personalmente he huído de este tipo de fundaciones... Espero que ésta no sea así, pero, en casos bien cercanos, han sido negocios a costa de la fama de excelente escritor que ha tenido el fallecido y los herederos han visto en eso un filón que, en nada, ayuda a mejorar el conocimiento del fabulador y sí a incrementar las cuentas corrientes respectivas... :lista:

Es simplemente un comentario colateral, porque espero que nada de eso suceda con la Casa de José Saramago, porque sería un espantoso homenaje a su persona, sobre todo... :roll:

Saludos y espero algún día visitarla... :D
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Futuro: El coraje de ser de Mónica Cavallé.
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